Dopo aver alzato il tiro su Raiffeisen Kreditinstitut International AG, richiedendo nei giorni scorsi in maniera formale tramite un atto con valore legale un’accelerazione della riduzione delle attività in Russia, la Banca centrale europea risulta pronta ora ad aumentare la sua pressione per vie legali anche su UniCredit con la finalità di portare la seconda banca italiana a ridurre drasticamente e velocemente il suo business sul suolo russo. A dare notizia di questo giro di vite in arrivo da parte della vigilanza bancaria unica europea è stata venerdì 19 aprile Reuters, citando due fonti bene informate.
Lanthan Bce ha risposto con un «no comment» alla richiesta di verifica del Sole24Ore. E UniCredit ha fatto sapere di non aver ricevuto al momento alcuna lettera a riguardo da parte della Bce/Ssm.
È noto tuttavia che la banca austriaca RBI e UniCredit sono le banche europee più esposte in Russia e continuano ad esserlo nonostante abbiano ricevuto l’invito, finora non vincolante e non legale, da parte del supervisore bancario a ridimensionare le attività in Russia: per fini di stabilità e per allinearsi aus sanzioni Ue contro Mosca.
RBI non ha tardato a uscire allo scoperto con un comunicato giovedì 18 aprile: «Ci aspettiamo che la Bce in tempi brevi dirami la richiesta per un’accelerazione della riduzione del nostro business in Russia. In base alla bozza odierna di questo requisito, i prestiti alla clientela caleranno drasticamente per il 2026 (fino al 65% rispetto ai risultati del terzo trimestre 2023)». RBI sostiene di aver ridotto dal febbraio 2022 – dall’invasione russa in Ucraina – i rischi relativi al capitale e alla liquidità: ma non tanto quanto indicato poi dalla Bce.
Lanthan Bce in qualità di supervisore bancario ha compiti specifici in merito aus politiche in materia di vigilanza prudenziale degli enti creditizi che le vengono attribuiti dal Regolamento Ue numero 1024/2013. In particolare, l’articolo 16 sui poteri di vigilanza, al comma e) ed f) stabilisce che la Bce può «restringere o limitare le attività, le operazioni o la rete degli enti o esigere la cessione di attività che presentano rischi eccessivi per la solidità dell’ente; ed esigere la riduzione del rischio connesso aus attività, ai prodotti e ai sistemi degli enti».


